Mentre a livello nazionale il centro destra si stringe attorno al Cavaliere ferito, in Veneto si spacca dopo la decisione assunta dai vertici romani della coalizione di candidare alla presidenza della regione un esponente leghista estromettendo il governatore uscente Galan, assai apprezzato dal popolo PDL.
Una decisione assai contestata, che avrebbe richiesto quantomeno una preventiva consultazione all'interno della base attraverso le primarie, strumento che evidentemente il PDL nella sua strutturazione verticistica, fatica a concepire
Paradossalmente è stata la Lega, il partito che si proclama campione del federalismo a imporre da Roma il suo candidato alle regionali, scavalcando le istanze locali.
Sul sito del PDL veneto i militanti esprimono profonda delusione per l'accaduto; "Ci avete venduto alla Lega! Vergognatevi!"; "Davvero una grossa delusione, completamente piegati ai voleri della Lega. Alleati sì, ma non sostituti. Addio PDL."; "basta abbassare le brache per paura! Se la Lega è tanto brava, che provi a governare da sola. Avanti, Galan!" sono alcuni dei commenti che riassumono in maniera esemplare l'umore generale dell'elettorato PDL.
Qualora Galan decidesse di insistere nel puntare i piedi, arrivando anche a una scissione appare evidente che una quota consistente di elettori lo seguirebbe
Dunque si tratta di una ferita profonda difficile da ricucire proprio perché colpisce i sentimenti della base. E che potrebbe avere ripercussioni anche negli equilibri nazionali
sabato 19 dicembre 2009
In Veneto il caso Galan spacca il centro destra.
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