Dalla conferenza Onu sul clima di Copenaghen esce con un testo non vincolante nè sul piano politico né su quello giuridico: nient'altro che l'esternazione sterile di buone intenzioni. Si riconosce che occorrerà operare per evitare che la temperatura nei prossimi decenni aumenterà oltre i due gradi; è stato stilato un fondo di 30 miliardi di dollari per favorire lo sviluppo sostenibile entro il 2012 e di 100 miliardi entro il 2020; ma viene eliminato ogni riferimento al taglio del 50% delle emissioni entro il 2050. Quest'ultimo è il punto in cui Cina e India hanno messo sotto scacco il resto del mondo. Gli Stati Uniti non si rammaricano troppo: il destino del vertice era già stato determinato nell'incontro a due con la Cina in cui ci si era accordati per mantenere lo status quo e dunque Obama non può certo sorprendersi del suo esito finale, visto che ha creato le premesse dell'affossamento. Per l'ennesima volta i particolarismi egoistici degli Stati fanno dimenticare che il pianeta non lo si riceve in eredità dai nostri padri ma in prestito dai nostri figli.
lunedì 21 dicembre 2009
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