Non è certo la scalata dei libici la causa dell'allontanamento da Unicredit dell'a.d. Alessandro Profumo, il manager che aveva trasformato con le sue acquisizioni all'estero, sopratutto in Germania, la Banca ex Credito Italiano in un protagonista della finanza internazionale. Emerge già sul piano logico l'incongruenza tra l'accoglienza trionfale riservata pochi giorni or sono a Gheddafi e il presunto sdegno susseguente alla massiccia entrata nel capitale del fondo sovrano libico e del Banca di Libia.
Alla base del divorzio ci sono ragioni politiche. Profumo voleva completare il suo progetto di una grande banca di livello mondiale che potesse essere concorrenziale nell'offrire migliori prodotti ai suoi clienti. Ad opporsi sono stati gli azionisti: le fondazioni bancarie del Nord ( in particolare quella di Verona), in cui il Carroccio la fa da padrone e i tedeschi, proprio coloro che Profumo aveva salvato dal fallimento con l'acquisto di HVB. Costoro hanno preferito sacrificare la ricerca dell'efficenza alla logica del mantenimento del proprio ruolo di potere. E quando succede questo per il cliente della banca non è mai una buona notizia.
mercoledì 22 settembre 2010
Unicredit: Dietro l'addio di Profumo, il puzzo della politica leghista
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2 commenti:
Siamo sulla stessa linea
ottimo Pino :)
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