martedì 14 settembre 2010

La Turchia dice si alla riforma della Costituzione. Ma Erdogan punta all'UE o a un Paese più islamico?

Quasi 6 turchi su 10 hanno detto sia al referendum che proponeva di introdurre modifiche alla costituzione: vengono introdotte garanzie per il cittadino che avvicinano la Turchia ai siatemi giuridici occidentali: allargamento del diritto di sciopero, diritto alla privacy, possibilità per un cittadino di adire direttametne alla Corte Suprema. Ma l'aspetto più atteso in Occidente riguardava la riduzione del potere dell'esercito: è stata annullata l'aministia per gli autori materiali del colpo di Stato del 1980, anche se rimane il problema che quei reati sono caduti in prescrizione. E' stato stabilito che i militari saranno processabili più facilmente dai tribunali civili anche in caso di reati contro sicurezza dello stato
L'aspetto meno positivo della rifroma riguarda il maggior controllo dell'esecutivo sulla giustizia. E' previsto l'aumento dei membri della Corte costituzonale ( ora saranno nominati dal Presidente e dal Parlamento) e del Consiglio Supremo dei Giudici e dei Procuratori - l'equivalente del nostro CSM-; anche in questo caso i giudici npon verrno più nominati solo da organi giudiziari ma anche dal Parlamento e controllati dall'AK , il partito di Erdogan.
Il dubbio riguarda proprio le intrenzioni di Erdogan: il primo ministro è in buina fede nel sostenre che la riforma Costituzoinale è stata realizzagt per avvicinare il Paese all'Europa oppure usa il cavallo di troia dell'Ue per introdurre riforme che riducendo il potere dei militari, custodi della laicità, introducano un rilassamento dell'anima laica e un ripristino di un identità religiosa anche nello Stato.
Anche Erdogan deve comunque tenere conto degli umori popolari: secondo i sondaggi dopo aver cessato di attaccare Israele ha aumentato il suo consenso. Un segnale che il popolo turco continua a essere scettico di fronte a un eccesso di islamizzazione e considera l'Europa una prospettiva estremametne interessante
I risultati del voto indicano anche un paradosso con cui convive la Turchia: l'est del Paese ha votato per il si al referendum; ad ovest e Instanbul invece non c'è stato questo entusiasmo per le riforme proposte da Erdogan. Le zone più moderne del Paese non si sono fatte interpreti di questa riforma e con esse, il partito repubblicano del popolo ( CHP) che incarna l'anima laica fedele allo Stato kemalista non è riuscito cavalcare quelle innovazioni richieste dalla maggioranza dei turchi.

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