Fini si è reso protagonista negli ultimi giorni di alcune esternazioni che hanno suscitato non poche polemiche. In primis si è dichiarato contrario a politiche vagamente razzistiche. Un riferimento alle tendenze xenofobe leghiste. Andrebbe però ricordato che la legge che si sta applicando sull'immigrazione porta anche il suo nome oltre a quello del leader del carroccio Bossi. Alcuni commentatori hanno osservatori che questa posizione sarebbe coerente con il ruolo super partes del presidente della Camera. Un interpretazione che appare poco credibile alla luce dell'impegno dichiarato da Fini a modificare la legge sul testamento biologico. Un attivismo incompatibile con il ruolo che compete al presidente della Camera di mero arbitro del corretto funzionamento dei lavori dell'assemblea.
E' evidente dunque che Fini non si muove su un un piano meramente istituzionale e che le motivazioni dei suoi interventi sono politiche. Alla base c'è un desiderio di differenziarsi nettamente dalla figura di Berlusconi. Acquisire una forte e autonoma posizione è il punto di partenza, Più difficile è capire quale sia la strategia di lungo periodo di Fini. A cosa vorrà approdare? Ad essere una sorta di coscienza critica del Pdl , attestato però in posizione però di netta minoranza nel partito? O addirittura si sta preparando a una futura separazione? E per confluire in quale formazione politica? Paradossalmente sembra l'unico a mettere d'accordo uno sgangherato partito democratico: perché non è pensabile a un Fini in atto di convertirsi a sinistra. Il fatto che abbia deciso di manifestare le sue posizioni proprio alla festa del PD di Genova però non aiuta a darsi una risposta alla fatal domanda: Fini è ancora di destra?
domenica 30 agosto 2009
Dopo la strappo con la Lega e con la Chiesa dove va Gianfranco Fini?
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