mercoledì 25 marzo 2009

La ricetta di Obama contro la crisi economica non convince: il piano Geithner assumiglia troppo a quelli di Bush


Di fronte alla crisi finanziaria quali sono le differenze negli strumenti con cui affrontarla tra Bush e Obama? Non tante a giudicare dal piano proposto dal segretario al tesoro Geithner che sembra una riedizione solo un po' migliorata di quello di Paulson. In pratica i fondi tossici che le banche non riescono a sbolognare a nessuno verranno acquisite in gran parte con fondi pubblici, cioè del contribuente, e con un minimo contributo da parte dei privati. In poche parole male che vada le banche ci guadagnano mentre il rischio è quasi interamente a carico dello Stato. sarà quindi i contribuente a dover mettere i liquidi di tasca proprio. L'obiettivo sarebbe quella di restituire fiducia ai mercati per fare . Ma è questo il modo di ridare credibilità alla finanza? facendo in modo che chi ha guadagnato dalle speculazioni venga salvato dalle tasse del cittadino americano? Ad avere questi dubbi non sono solo io, ma ben più autorevolmente il premio nobel Paul Krugman che nel suo intervento sul New York Times è convinto che il piano Geithner si rivelerà un fiasco e che Obama sta solamente perdendo tempo: invece di dare soldi ai banchieri incapaci dovrebbe concentrare le risorse nel ridare fiato all'economia reale. E per salvare le banche occorrerebbe una soluzione alla svedese degli anni Novanta: «Il governo ristabilisce la fiducia nel sistema garantendo numerosi (ma non necessariamente tutti) debiti delle banche. Nel contempo acquisisce il controllo delle banche realmente insolventi, per ripulirne i conti»

0 commenti: