giovedì 27 agosto 2009

Gli Stati Uniti celebrano Ted Kennedy , sospesi tra pragmatismo e ideali di Nuova (o vecchia?) Frontiera


L'America piange Edward "Ted" Kennedy, il suo campione delle classi meno privilegiate. Tutte le questioni sociali più importanti trattate al Congresso da cinquant0anni a questa parte portavano la sua firma . Aveva contrastato con accanimento la guerra in Iraq di Bush. Inutilmente. La sua battaglia per la promozione della tutela sanitaria gratuita per quei 40 milioni di americani che non si potevano permettere di sottoscrivere una assicurazione lo aveva portata a schierarsi in prima fila a favore della riforma di Barack Obama. La sua scomparsa potrebbe togliere quell'energia determinante per il progetto presidenziale di Welfare. Per approvarlo occorrono 60 voti al Congresso; solo 48 sono sicuramente a favore. Senza L'appoggio del senatore del Massachusetts sarà difficile trovare i 12 mancanti. Gli stati Uniti non amano più le grandi dinastie: Hillary Clinton è stato bocciato in primis perché moglie di un ex presidente. Eppure nelle celebrazioni all' ultimo patriarca dei Kennedy, gli Usa appaiono sospresi tra il loro classico pramgmatismo e l'anelito per la Frontiera promessa da John e Robert, mai davvero raggiunta e sempre troppo rimpianta

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