domenica 22 novembre 2009

Con Von Rompuy e Catherine Ashton un compromesso al ribasso per l'UE. Quale ruolo per l'Italia nella nuova Europa?


Herman Van Rompuy, presidente permanente del Consiglio europeo e Catherine Ashton nuovo ministro degli esteri dell'UE ( mister Pesc). I principali governi europei vogliono rimanere pienamente al comando delle politiche europee e quindi hanno scelto di nominare delle persone di basso profilo per i posti chiave. E intanto hanno trattato su ciò che veramente a loro interessa: i posti economici nella commissione, nella banca centrale europea e su come gestire l'eurogruppo.
La mancata nomina di Massimo D'Alema a capo della diplomazia europea è stata da alcuni commentatori erroneamente vista come un segno di debolezza del governo italiano: in realtà Baffino non è stato messo fuori gioco per questo motivo, né a causa del suo passato comunista o delle sue tendenze filo palestinesi quanto dal fatto che la sua candidatura era troppo ingombrante per le attuali esigenze dei singoli Stati di mantenere le proprie prerogative sovrane in materia di politica estera
il problema per l'Italia sarà verificare la capacità di continuare a mantenersi nel ristretto novero di quelle nazioni guida all'interno dell'UE. Il nostro governo ha avanzato delle candidatura sia per la presidenza dell'Eurogruppo ( Tremonti) sia per la presidenza della BCE ( Mario Draghi). Entrambi hanno concorrenti agguerriti.
Per l'Eurogrupppo Sarkozy sponsorizza il suo ministro delle finanze Christine Lagarde, mentre i tedeschi da tempo hanno messo gli occhi sulla BCE e vorrebbero piazzarci Axel Weber, governatore della Bundesbank. L'asse franco-tedesco sembra il principale ostacolo alla valorizzazione dei nostri interessi in Europa.

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