domenica 1 novembre 2009

Berlusconi, il processo Mills e la concezione personalistica della democrazia


Riguardo al suo coinvolgimento nel processo Mills, Silvio Berlusocni ha dichiarato: Se mi condannano non mi dimetterò". Nulla di nuovo: è da quindici anni che il Papi usa la politica per risolvere le sue faccende personali.
Inoltre ha affermato "Se ci fosse una condanna in processi come questi, saremmo di fronte a un tale sovvertimento della verità che a maggior ragione sentirei il dovere di resistere al mio posto per difendere la democrazia e lo stato di diritto". Anche in questo caso nessuna novità: Berlusconi per tutelare i suoi interessi privati, da sempre considera la sua persona il metrro di paragone per la buona o cattiva democrazia. Se lui è al potere bisogna essere ottimisti e non si può che lodare il suo ( presunto) buon governo. Se al potere ci sono gli avversari ci si trova di fronte al regime, con i comunisti pronti a ripristinare in Italia il terrore staliniano. La democrazia e i suoi valori non possono che essere incarnati dalla figura dell'Unto del Signore.

2 commenti:

Noa ha detto...

Io contnuo a sostenere che il sottovalutare ciò che dice questo uomo è la cosa più pericolosa che si possa fare. è una persona attenta molto più alle dinamiche sociali e psicologiche che a quelle politiche. Un affabulatore che è riuscito a trascinare a sè un mare di gente, sempre con meccanismi molto sottili e, ovviamente, con le televisioni. Non va sottovalutato, non è un pazzo. E proprio per questo è ancora più pericoloso.

storico sgrz ha detto...

Noa con me sfondi una porta aperta: Berlusconi è tutt'altro che pazzo; è un abilissimo venditore di se stesso ;)