lunedì 16 novembre 2009

Il ddl sul processo breve: una prescrizione mascherata che rende impotente il sitema penale italiano


Il disegno di legge sul processo breve è stato presentato dalla maggioranza come uno strumento per ridurre i tempi della giustizia. In realtà si tratta di una prescrizione mascherata. Esso non elimina alcuna delle condizioni ( inefficienze, scarse risorse a disposizione e loro cattivo uso) che portano i processi giudiziari in Italia a protrarsi per anni in maniera insopportabile ma si limita a prevedere che qualora un procedimento duri oltre due anni esso debba essere automaticamente cancellato. Si tratta di un provvedimento che avrebbe l'effetto di un vero e proprio colpo di spugna sul funzionamento della giustizia. Tra l'altro condannerebbe a sicuro fallimento numerose inchieste come quella della Clinica santa Rita per gli impianti difettosi costati la vita a decine di persone o quella San carlo per i falsi rimborsi sanitari. Stessa sorte per lo spionaggio Telecom, per l'aggiotaggio Antonveneta di cui beneficerebbe l'ex governatore della Banca d'Italia Antonio Fazio. E infine il processo Mills. E qui veniamo al punto: per rendersi non processabile Berlusconi non esita a distruggere il funzionamento del sistema penale italiano. Disinteressandosi di quello civile che è invece il settore in cui la durata dei processi tende a prolungarsi maggiormente. E noon ricorrendo all'unica soluzione equa individuata dal professor Sartori: approvare con legge costituzionale un provvedimento che sospenda su sua apposita richiesta i processi solamente fino a conclusione del mandato in corso, al termine del quale il presidente del Consiglio non potrà ricandidarsi e dovrà difendersi come imputato come fanno tutti i normali cittadini.

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