Ennesimo esempio di tolleranza democratica del Cavaliere. Che si sa ha come principale ricetta al rilancio economico della nazionale un sano e provvidenziale ( per lui) ottimismo. Poco importa se i dati macroeconmici indicano un aumento del debito pubblico, della disoccupazione e un crollo del PIL a -5%. La ricetta di Berlusconi rimane sempre la stessa: un ottimismo che non deve conoscere ostacoli, e chi non si adegua a suo parere andrebbe messo a tacere. Tutti quegli enti internazionali e giornali che "un giorno sì e uno no escono e dicono che il deficit è al 5%, meno consumi del 5%, crisi di qui, crisi di là, la crisi ci sarà per fino al 2010, la crisi si chiuderà nel 2011... Un disastro: dovremmo veramente chiudere la bocca a tutti questi signori che parlano, magari perchè di cose che i loro uffici studi gli dicono possono verificarsi, ma che così facendo distruggono la fiducia dei cittadini dell'Europa e del mondo". Un attacco senza precedenti con particolare riferimento alle previsioni fatte dalla Banca d'Italia la cui indipendenza di giudizio dovrebbe essere tutelata dal capo del governo e non messa in discussione. Gli accenti ricordano quelli della crociata contro i disfattisti di Mussoliniana memoria. Nulla a che vedere con uno stile improntato al liberalismo, di cui il Cavaliere mena vanto. Essere liberali non è uno slogan di cui servirsi per fare propaganda, è uno status mentale che andrebbe interiorizzato per poi essere tradotto in adeguati comportamenti. Dubito però che al nostro presidente del Consiglio ciò interessi: chi non è d'accordo con lui gode di una sola libertà: quella di tacere.
sabato 27 giugno 2009
La liberalità del Cavaliere e l'impudenza dei disfattisti. Draghi avvisato: "far tacere i pessimisti"
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