venerdì 29 maggio 2009

L'ottimismo manieristico del Cavaliere e la fiducia concreta di Draghi


La relazione annuale del governatore della banca d'Italia Draghi ha fatto una fotografia della situazione difficile in cu versa l'economia italiana con la recessione: il PIL nel 2009 scenderà del 5% e la disoccupazione potrebbe crescere al 10%. Per la banca d'Italia "1,6 milioni di lavoratori dipendenti e parasubordinati non avranno diritto ad alcun sostegno in caso di licenziamento. Tra i lavoratori a tempo pieno del settore privato oltre 800mila, l’8% dei potenziali beneficiari, hanno diritto a un’indennità inferiore a 500 euro al mese. La prima preoccupazione della politica economica attiene al rischio di un ulteriore deterioramento del mercato del lavoro. La crisi ha reso più evidenti manchevolezze di lunga data del nostro sistema di protezione sociale: esso rimane frammentato. Lavoratori altrimenti identici ricevono trattamenti diversi solo perché operano in un’impresa artigiana invece che in una più grande". E una chiusura sulla necessità di ricostruire la fiducia per superare la crisi. Una fiducia che "non si ricostruisce con la falsa speranza, ma neanche senza speranza: uscire da questa crisi più forti è possibile". E qui sta la grande differenza con l'ottimismo di maniera predicato da Berlusconi. Per Draghi la fiducia nel mercato si ricostruisce affrontando i problemi in maniera concreta, partendo dalle riforme sopratutto quella del mercato del lavoro cui il governatore faceva riferimento.

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