giovedì 21 maggio 2009

Il Der Spiegel : gli europei complici della Shoah. Verità storica o tentativo di attenuare le responsabilità tedesche?


Il settimanale Der Spiegel fa una chiamata di correità con i popoli europei per i crimini del nazismo. L'accusa di complicità è ripresa dalle tesi dello storico tedesco Michael Wildt secondo cui “i tedeschi da soli non sarebbero stati in grado di mettere in atto lo sterminio di milioni di ebrei”; il suo collega Dieter Pohl reputa che furono 200mila i non tedeschi ad aver “preparato, appoggiato ed eseguito le azioni di sterminio”. Lo ‘Spiegel’ scrive che “gendarmi ucraini e poliziotti lettoni, soldati romeni e ferrovieri ungheresi, contadini polacchi e impiegati del catasto olandesi, sindaci francesi, ministri norvegesi, soldati italiani (cioè i repubblichini di Salò), tutti hanno collaborato all’Olocausto”.
Quello che scrive lo Spiegel è storicamente fondato: i collaborazionisti stranieri del nazismo furono presenti in molti paesi d'Europa. E va dato atto al periodico tedesco di riconscere che tra gli italiani l’antisemitismo non era molto radicato ed era di fatto ordinato dall’alto, per riguardo ai tedeschi. Per questo non fu un caso isolato quello del comandante militare italiano di Mostar, in Bosnia, che si rifiutò di prelevare gli ebrei dalle loro case, giudicando queste azioni ‘non compatibili con l’onore dell’esercito italiano’”.
Resta da domandarsi che questa iniziativa sia dovuta a un desiderio di ricostruirte una verità storica o a un tentativo di annacquare le responsabilità tedesche di fronte alla Shoah cercando di introdurre l'assioma del " tutti colpevoli, nessun colpevole". Se l'intento fosse quest'ultimo sarebbe da guardare con grande preoccupazione come qualsiasi tentativo di sminuire le responsabilità dinanzi al più grande crimine del XX° secolo.

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