La "soap opera" come l'ha definita Marchionne si è conclusa. Il governo tedesco ha detto si all'offerta di Magna e l'accordo dovrebbe essere sottoscritto in ogni suo punto entro poche settimane. L'affare ancor prima che economico era politico ed è per questo che la GM prima di cedere Opel ha aspettato il benestare di Berlino. Si tratta di una vittoria dei socialdemocratici, e della Ostpolitik di Schroeder in particolare. La cancelliera Merkel, trovandosi isolata ha dovuto fare buon viso a cattivo gioco. Il nostro governo, impegnato con i problemi ormonali di Papi Silvio, non ha avuto alcun ruolo: il ministro Scajola inviato a Berlino, anche di fronte alle evidenze contrarie, recitava le litanie dell'ottimismo tanto care al suo Capo .
Per Fiat rimane l'imperativo categorico di espandersi industrialmente per sopportare la spietata concorrenza di un mercato in forte crisi di sovrapproduzione. Prossime mosse l'assalto alla svedese Saab e alla fetta sudamericana di GM. Se queste acquisizioni dovessero riuscire ( in particolare la seconda) per il Lingotto la strada per garantirsi un futuro meno incerto sarebbe meno in salita.
sabato 30 maggio 2009
Opel: Il tedesco Magna. La Fiat digiuna. Il governo dorme
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