mercoledì 6 ottobre 2010

La Cisl bersaglio delle violenze estremiste

8 settembre 2010: durante un dibattito alla festa del PD, il segretario della CISL Bonanni viene aggredito da un gruppo di militanti dei centri sociali che gli lanciano contro anche un fumogeno.
30 settembre: un gruppo di lavoratori della Same aderenti alla Fiom-CGIL lancia petardi sassi e uova contro la sede Fim-Cisl di Treviglio ( Bergamo)
6 ottobre: la sede confederale cisl di Roma è fatta oggetto di lancio di petardi e uova

La parola d'ordine di alcune frange di sinistra è mettere a tacere, aizzandoli come traditori, i moderati che cercano di affrontare con il dialogo le problematiche sociali e lavorative . Si tratta di minoranze, ma quando queste si fanno violente ciò è più che sufficente a mettere in pericolo la dialettica democratica.
Alla Cisl, bersaglio di queste continue espressioni di violenza, è doveroso esprimere decisa e concreta solidarietà.

4 commenti:

sam ha detto...

Premesso che qualsiasi violenza è da condannare e che trovo intollerabile che fanatici all'interno della Fiom stiano facendo quel che fanno, è doveroso segnalare che i moderati (della Cisl) non stanno cercando di affrontare con il dialogo le problematiche sociali e lavorative. Stanno contribuendo con i vari Marchionne allo smantellamento dei diritti del lavoro in cambio di un maggiore potere del sindacato nella distribuzione del lavoro.

storico sgrz ha detto...

non sono affatto d'accordo. L'italia è l'unico paese europeo in cui non esistono clausole di tregua sindacale e una collaborazione attiva contro l'assenteismo. Questo è ciò che chiede Marchionne e la Cisl sta collaborando affinchè queste garanzie di produttività siano compatibili con il diritto a un lavoro sicuro e ben retribuito

sam ha detto...

Sono pronto a dire che hai ragione. Ma resto in dubbio sull'onestà di uno come Marchionne.
Vedremo se si fermerà lì e soprattutto se le deroghe fermeranno la delocalizzazione.

sam ha detto...

Sono pronto a dire che hai ragione. Ma resto in dubbio sull'onestà di uno come Marchionne.
Vedremo se si fermerà lì e soprattutto se le deroghe fermeranno la delocalizzazione.