Il parlamento ha dato una pessima prova di se bocciando con la pregiudiziale di incostituzionalità la leggina che prevedeva l'introduzione dell'orientamento e della discriminazione sessuale come circostanza aggravante dei reati. La legislazione italiana rimane indietro rispetto alle previsioni di altri più avanzati ordinamenti giuridici. Si mantiene inoltre un atteggiamento ambiguo su come trattare l'omofobia e continua a non esserci un auspicata identità di vedute sulla sua equiparazione al razzismo, un principio che in altri paesi civili e già stato assorbito e interiorizzato.
Assodato ciò, restano ugualmente gravi gli interrogativi politici sopratutto in campo PD: a sinistra ci si scaglia contro la maggioranza e si apre il caso Binetti, l'unica del gruppo parlamentare democratico ad avere votato si alla pregiudiziale di costituzionalità. La diretta interessata si difende "Per come era formulata la legge, le mie opinioni sull'omosessualità potevano essere individuate come un reato... le mie e quelle di tante altre persone. Il testo era ambiguo, io ho votato per rinviarlo in Commissione e migliorarlo ma la richiesta di rinvio è stata bocciata.". A meno di non considerare la Binetti un'impenitente bugiarda, sorge una questione di metodo giacché mi chiedo perchè al PD non ci si sia imputati nel voler a tutti i costi votare quel testo e sopratutto perché non si siano chiarite le divergenze prima che il disegno di legge arrivasse in aula.
In secondo luogo il fatto che la pregiudiziale di costituzionalità sia stata presentata dall'UDC fa sorgere il problema di dove vuole andare il PD. Allearsi con l'UDC , come da alcuni auspicato, significa prepararsi a uno scontro perenne sulle questioni etiche. D'altro canto Casini avrebbe rappresentato l'alternativa al tradizionale abbraccio con la sinistra radicale e di Pietro, con cui già diverse volte si è dato prova di inaffidabilità quando si tratta di governare. Posto dunque che correre da soli significa perdere, ma che formare coalizioni ha significato non riuscire a governare, per il PD la vicenda dell'omofobia ripropone per l'ennesiva volta la questione cruciale: che fare per proporsi come concreta alternativa a Berlusconi?
mercoledì 14 ottobre 2009
La bocciatura della legge sull'omofobia ripropone nel PD i tormenti sulle strategie politiche
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5 commenti:
Sì, per teniamo conto che "migliorare" la legge, per Binetti e Udc, significava solo una cosa: togliergli quel ben poco di sostanza che aveva.
Per questo e per il significato politico che la legge Concia avrebbe avuto, non si può che essere assolutamente soddisfatti della bocciatura della proposta, come provo a chiarire meglio qui:
L'uoma morta che sculetta
p.s.: grazie per il commento!
ciao noir pink
certo però che adesso si dovrà partire da capo con una nuova legge. E questo poteva essere evitato
La Binetti è una bugiarda.
Tu hai letto il testo della legge? Io sì e stai pur certo che non si parlava affatto di reati d'opinione, tanto che in commissione il testo era stato votato da Pd Pdl e Lega.
pensa un po'
Il reato d'opinione a cui si riferiva la Binetti era relativo a giudizi espressi su (parole sue) "pedofili, necrofili" e qaunt'altro. Insomma, la Binetti equipara gli omosessuali a quelle categorie. Io non sono un esperto di legge, però mi chiedo se non era più semplice integrare la violenza contro gli omosessuali nella legge Mancino già vigente (che prevede aggravanti per violenza ad indirizzo razzista e religioso).
Poi concordo sul fatto che il PD deve decidere una strategia precisa ed univoca. Anche la Binetti cmq deve decidere che fare: attualmente milita in un partito di cui finora non ha condiviso nulla (testamento biologico e anche lo scudo fiscale, alla cui votazione era assente)
Il problema è che molti omosessuali, tra i quali anche Aldo Busi hanno già fatto, nei loro libri, degli elogi a riguardo il sesso omosex con minori. Alla fine, perché correre il rischio. Come dice un vecchio detto: prevenire è meglio che curare. Quindi ben venga l’accoltellata alle spalle, data a ragione da Paola Binetti al PD, a Paola Concia e Antonio di Pietro, un altro dei relatori della legge, però dai più stranamente innominati.
Quello che farà fastidio è il fatto che il governo sarà costretto ad inserire nell’ordinamento italiano la direttiva europea sull’omofobia che potrebbe consentire l’adozione e il (brrrr) matrimonio e/o semplici patti di solidarietà tra persone dello stesso sesso.
L’unica speranza per uno stop a questo scempio e che l’Ungheria non ratifichi il Trattato di Lisbona, che tra le altre cose ho letto ed è una bestialità giuridica infame e incomprensibile. Fatta apposta perché nessun cittadino dell’Unione Europea possa capirlo nella sua interezza. Verrebbe da chiedere a Prodi e Berlusconi se lo conoscono a memoria, come darebbe loro obbligo visto che il secondo ha costretto il parlamento italiano a votarlo, quasi in clandestinità.
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