"Uccidiamo Berlusconi" è il nome del gruppo presente sul Facebook composto da dodicimila cretini che si sono ritrovati sul celebre social network uniti dal comune desiderio voler vedere il Papi dalla faccia della terra. Si tratta di una folla capace di riempire una curva di uno stadio di calcio: se è vero dunque che per la stragrande maggioranza di loro la violenza rimarrà confinato solamente a livello di una intenzione espressa tramite tastiera del PC, tuttavia non è possibile escludere che tra quelle dodicimila teste dotate di scarsa materia grigia ci sia qualcuna che invece possa prendere sul serio l'invito. L'inchiesta aperta dalla magistratura appare quindi doverosa.
Si può essere critici verso Berlusconi ( come il sottoscritto) senza però arrivare all'incitazione delle violenza. Ovviamente poi ci sono quelli di Repubblica che a firma di Vittorio Zambardino sostengono che le minacce non sono una minaccia per il presidente. Ora le questioni sono due: o Zambardino conosce i profili di tutti gli iscritti a quel gruppo , e allora farebbe meglio a condividere le sue conoscenze con l'autorità giudiziaria, oppure (ed è la cosa più probabile) parla a vanvera seguendo la linea antiberlusconiana a priori, imposta dall'editore.
La demenziale iniziativa del gruppo "Uccidiamo Berlusconi" ha inoltre l'aggravante di dare nuovo fiato a coloro che in entrambi gli schieramenti politici vorrebbero mettere la museruola alla libertà della rete. Si mettano il cuore in pace però i censori della Rete: per contrastare queste degenerazioni è sufficiente far applicare le sanzioni civili e penali già previste dalla legge.
giovedì 22 ottobre 2009
I decerebrati del gruppo Facebook "Uccidiamo Berlusconi", alleati dei fautori della censura su Internet
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