mercoledì 3 novembre 2010

Le elezioni di Mid Term lanciano il Tea Party e bocciano Obama. Bilancio in chiaroscuro di due anni alla Casa Bianca

In America lo chiamano "anatra zoppa" ( lame duck): è il presidente che non dispone di una maggioranza al Congresso. Se le elezioni di mid term non hanno gambizzato "politicamente" Obama di certo lo rendono claudicante per il resto del mandato. I democratici perdono nettamente la maggioranza alla Camera e mantengono un risicato vantaggio al Senato. Il partito del no dei repubblicani ha vinto grazie alle pulsioni populistiche del Tea party.
D'altronde a metà mandato Obama non poteva offrire risultati esaltanti al suo elettorato. La politica economica affidata ai vari Robert Rubin, Larry Summers
e al segretario del tesoro Geihtner, uomuni che erano già nello staff di Clinton caratterizzato dall'aver dato il via allo sfrenato liberismo finanziario che ha poi portato al disastro economico. Era davvero arduo pensare che queste persone potessero essere in grado di stimolare la crescita: e difatti Obama in questi due anni si è trascinato nell'incertezza sull'uso delle risorse pubbliche per salvare le banche oppure per finanziare la produzione e e l'industria.
La riforma sanitaria consentirà a 30 milioni di americani di avere l'assicurazione garantita, ma non ha raggiunto l'obiettivo dichiarato dell'opzione pubblica e i suoi elevati costi restano indigesti a un opinione pubblica scossa dalla crisi.
La green Economy era uno dei cavalli di battaglia del programma obamiano. Il Presidente su questo punto si è però mosso in maniera contradditoria , ad esempio con l'autorizzazione della trivellazioni petrolifere off-shore poche settimane prima del disastro ambientale del Golfo del Messico.
Infine come comandante in capo ha dovuto fronteggiare i malumori dei vertici militari, culminati con l'allontanamento di McCrystal, per una strategia afghana da molti ritenuta inadeguata.
Ora Obama dovrà contrattare il suo programma con un Congresso per molti punti ostile. Ma il suo interlocutore non sarà, come per Clinton, il classico partito repubblicano, con cui vi potevano essere margini di manovra per intavolare un compromesso. Gli uomini emergenti nell'elefante repubblicano sono Rand Paul e Marco Rubio che devono il loro successo alla capacità di cavalcare il malcontento popolare, con slogan che incitano a basse tasse e a un governo debole. E che non hanno alcuna intenzione di collaborare con Obama. Gli Stati Uniti dovranno affrontare i prossimi due anni e cercare di risollevarsi dalla crisi con la prospettiva non certo esaltante di un presidente debole e un Congresso diviso.
Obama ha portato il debito pubblico americano in due anni dal 70% a sfiorare il 100% del PIL con deficit annui a doppia cifra percentuale. Alla Casa Bianca già si preannuncia il Change per il 2012?

0 commenti: