martedì 2 novembre 2010

Di Segni ha ragione: la fiction su Pio XII è propaganda cattolica sul dolore degli ebrei della Shoah

Il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni ha definito "Una patacca propagandistica, un'opera apologetica" la fiction di Rai Uno "Sotto il cielo di Roma" riguardante la figura di Pio XII e il suo rapporto con la Shoah.
Il comportamento di Papa Pacelli nei confronto degli ebrei perseguitati è fortemente controverso e i documenti storici non consentono di qualificare nettamente la mancata esplicita condanna della persecuzione nazista da parte del pontefice. Per cui gli storici si dividono nei giudizi tra chi critica il silenzio come un atto di mancato coraggio che forse avrebbe potuto impedire odiosi crimini e chi invece lo reputa necessario ad evitare ulteriori sofferenze.
La fiction ha totalmente annullato questa problematicità riducendo il dramma degli ebrei romani a una favoletta che vedeva ergersi a protagonista Pio XII nella sua immensa pietà umana. Per questo le rimostranze del rabbino sono giustificate e condivisibili.

Sul tema consiglio la lettura del libro di Giovanni Miccoli, I dilemmi e i silenzi di Pio XII. Vaticano, Seconda guerra mondiale e Shoah, Milano, Rizzoli, 2000.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Pio xii era un criminale ed è stato fatto santo, così come altri criminali simili a lui, Woytyla in testa.
la Rai è in mano ai cattolici e quindi il livello è gretto e medioevale.
C'è poco da aggiungere o da stupirsi.

wiska ha detto...

Si sa che le fictions, specie quelle televisive,non sono dossier, nè saggi storici,ma molto più banalmente riproduzioni romanzate della realtà, il cui scopo principale è quello di fare audience.
Concordo che il taglio non era certo anticlericale, ma perlomeno, a parer mio, il dolore degli ebrei è stato ripettato. Comunque non esageriamo, è solo un telefilm.

Giuseppe Lipari ha detto...

Hai perfettamente ragione, la fiction è stato un pessimo servizio (pubblico), e fa parte del tentativo ormai decennale del Vaticano di riabilitare la memoria di Pio XII.

Per wiska: è solo un telefilm, ma troppi lo scambieranno per verità storica. Quanti avranno la possibilità (o la voglia) di approfondire e di farsi una opinione critica indipendente?

Anonimo ha detto...

"Anime Belle"", ma secondo voi come mai il rabbino capo di Roma all'epoca, certo Eugenio Zolli, diversi anni dopo si è convertito al cattolicesimo?
Se gli ebrei fossero stati trattati così male da Pio XII siete sicuri che lo avrebbe fatto?
Perchè il rabbino capo attuale di Roma non cita mai il rabbino capo di Roma di allora?
Perchè non usare la testa invece di imbottirsi di luoghi comuni?

wiska ha detto...

Quello che si obietta sull' operato di Pio XII, non è tanto il suo atteggiamento verso gli ebrei, quanto il suo silenzio sul nazismo e sulla persecuzione degli stessi ebrei.
Per rispondere a Knulp dico che effettivamente è singolare la scelta di Rai-1 di creare e poi mandare in onda una fiction su un personaggio così controverso come Pio XII.

storico sgrz ha detto...

concordo con Wiska: che molti cattolici si adoperarono per proteggere gli ebrei anche costo della proprie vita è indubbio, così come il fatto che anche PIO XII si adoperò per proteggerli. Ma i documenti storici evidenziano come una preoccupazione del Vaticano fosse anche quella di non rompere definitivametne con la Germania. Da qui le controversie sul silenzio di PIO XII.

Vorrei ricordare che anche il giudizio sulla figura di Israel ( Eugenio) Zolli è parecchio contrastato : previde inascolatato la persecuzione nazista e per sfuggirvi si rifugiò presso famiglie cattoliche; dopo la liberazione di Roma venne rispistinato nella carica di gran Rabbino, ma venne accusato da una parte della sua comunità di aver abbandonato gli ebrei al suo destino; sentendosi incompreso maturò la decisione di rompere con l'ebraismo e di convertirsi al cattolicesimo
Anche questo può essere uno dei motivi che ha indotto a questa reazione il rabbino Di Segni: la fiction sembra ricalcare per molti aspetti il punto di vista degli avvenimenti lasciatoci da Zolli, che a torto o a ragione, è considerato dalla sua comunità un traditore