giovedì 29 ottobre 2009

La fuga di Rutelli e la diffidenza dell'elettorato moderato verso il PD


Per Bersani la prima grana da affrontare da nuovo segretario del PD si chima Francesco Rutelli, che ha preannunciato la sua prossima dipartita dal partito che aveva cofondato per confluire nell'UDC. L'abbandono di un singolo membro per quanto prestigioso in realtà non risulterebbe particolarmente traumatica. Ma Rutelli non ha fatto mistero di voler trascinare con se un buon gruppo di colleghi. Finora in realtà le truppe rutelliane si limiterebbero a una decina di parlamentari: cinque-sei del PDL quattro deputati dell’Italia dei Valori (, tre ex diniani (Daniela Melchiorre, Italo Tanoni, Ricardo Merlo), due ex Pdl (Giorgio La Malfa e Paolo Guzzanti). C'è però il pericolo che il mal di pancia di Rutelli sia solo il primo di un ben più vasto malessere serpeggiante tra i moderati di centro e che dunque se non arginata sia preannunci una emorragia di consenso nel settore dell'elettorato in cui il PD deve fare concorrenza all'avversario. Particolarmente difficile per il centro sinistra è la situazione del voto cattolico: un sondaggio Ipsos mostra come il PD abbia un attrattiva molto minore rispetto al centro destra pur in presenza di un elettorato molto maturo che dichiara di seguire sopratutto la propria coscienza e di considerare la separazione tra Stato e Chiesa una necessità. Il Partito democratico rischia di perdere la sua originaria vocazione riformista di centro sinistra per tornare a guardare alle ali più radicali della sinistra rinunciando a competere con sul terreno di caccia comune, quello destinato ad assegnare la vittoria per il governo del paese

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