L'accordo di Mirafiori conferma che le posizioni di FIAT e FIOM sono per ora inconciliabili : da una parte l'azienda automobilistica torinese che cerca tutti gli strumenti per sopravvivere in una competizione globale spietata; dall'altra il sindacato metalmeccanico che si oppone strenuamente all'estensione in Italia di sistemi di relazioni industriali e di limitazioni dei diritti a suo dire lesive degli stessi principi democratici.
La maggior parte dei commenti che troviamo nella stampa è impegnata a prendere posizione a favore di una parte contro l'altra. A mio parere occorrerebbe andare oltre per provare a immaginare delle soluzioni partendo da alcuni interrogativi. Cominciando dalla FIAT, il suo ad Marchionne pensa davvero che far fuori il più importante sindacato del settore favorisca l'incremento produttivo? O non rischia piuttosto di portare la conflittualità a livelli insostenibili?
E La Fiom come può farsi interprete di una lotta per i diritti democratici se per bocca del suo segretario Landini definisce vergognosi i comportamenti dei sindacati che hanno diverse posizioni? e come può un sistema industriale essere attrattivo per gli investimenti se un sindacato può fare ostruzionismo su un accordo su cui è stato messo in minoranza da un referendum ( come a Pomigliano)? e perché se in Francia e Germania già esiste la pausa di mezz'ora, la sua introduzione in Italia verrebbe considerata come un'intollerabile diminutio dei diritti degli operai?
Tutte queste considerazioni portano al comune denominatore di un sistema di relazioni industriali e di selezione delle rappresentanze sindacali da modificare alla radice. Altrimenti di questo passo ci potremo consolare con bellissimi diritti sulla Carta, ma con le industrie e il lavoro che scappano dall'Itralia
mercoledì 29 dicembre 2010
L'accordo di Mirafiori e il cortocircuito tra FIAT e FIOM
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3 commenti:
La soluzione si chiama politica industriale, e cioè riuscire ad avere una visione complessa di insieme che cerchi di conciliare le diverse esigenze della collettività. Roba troppo faticosa e impegnativa tanto per la Fiat quanto per i sindacati, per non parlare della classe politica...
La soluzione si chiama competività, che passa anche attraverso la meritocrazia, osteggiata dai sindacati che appiattiscono il merito per mantenere posizioni di potere. Ossia la morte industriale del BelPaese.
Fossero solo i sindacati a osteggiare la meritocrazia! E fosse vero che si vorrebbe premiare il merito!
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