L'apertura di Bersani al Terzo Polo ha sorpreso la base e prodotto reazioni tra il rifiuto e la diffidenza. L'idea del segretario parte da una evidenza: il Pd perde voti al centro in direzione dell'UDC e del centro destra. E' accaduto regolarmente alle ultime politiche, europee e regionali. Non c'è più il centro-sinistra ma solo la sinistra: nella coalizione il centro è divenuta un appendice della sinistra. Da qui l'emorragia dei voti moderati che non trovano più un punto di riferimento come avveniva ai tempi di Prodi.
Eppure basterebbe dare un occhiata alle analisi dell'Istituto Cattaneo per accorgersi dello scontento che pervade una buona parte di elettori berlusconiani delusi e che si tramuta in una massiccia astensione. Bersani spera di trovare in Casini e Fini una testa di ponte per parlare a questa rilevante fetta di elettorato che se conquistata potrebbe aprire ai democratici le porte di Palazzo Chigi.
Le difficoltà di concludere questa operazione non sono dovute solo all'ostilità interna ma anche al fatto che i leader terzopolisti non saranno disposti a fare da stampella al PD. Tuttavia pur se congegnata male, resta interessante l'obiettivo di allargare la base del consenso
domenica 19 dicembre 2010
I motivi dell'apertura di Bersani al Terzo Polo
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Bersani,
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3 commenti:
L'idea in sé non è malvagia, sarà molto complicato riuscire a spiegarla bene all'elettorato...
per questo ci vorrebbe un leader capace di unire realmente centro e sinistra..
Non credo basti solo un leader. E' la cultura politica - di sinistra, di centro, di destra - che manca in questo paese. E che manca sempre di più...
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