Come da previsioni, il presidente brasiliano Lula, ribaltando la decisione del Tribunale supremo federale, ha negato l'estradizione del terrorista dei Proletari armati per il comunismo Cesare Battisti, responsabile di quattro omicidi, in tre dei quali è coautore materiale , mentre nel restante ha operato in qualità di ideatore e mandante. In tutti gli Stati in cui ha trovato rifugio da latitante Battisti è riuscito nel corso degli anni a proporre di se l'immagine dello scrittore perseguitato per le sue idee. Anche in Brasile una parte dell'opinione pubblica ha abboccato a questa rappresentazione e Lula da consumato politico ha gestito la vicenda badando alle ragioni del consenso più che a quelle della giustizia. Resta il fatto che la sua decisione è una presa in giro per le vittime dei crimini commessi da Battisti e evidenzia ulteriormente lo scarso peso che l'Italia ha nello scacchiere internazionale, amplificato dalla posizione di debolezza che sembra giocare nel rapporto economico a due con il Brasile in virtù delle numerose commesse e interessi che le nostre azienda hanno nel Paese latinoamericano
Questo non significa che il Nostro Paese debba seguitare a farsi dare manrovesci senza reagire. Poichè siamo di fronte a una violazione da Parte brasiliana di un trattato bilaterale sull'estradizione ci sono tutti i presupposti perché il governo assuma misure diplomatiche molto dure. E dall'opposizione ci si attende una presa di posizione altrettanto ferma, indipendentemente dalla contiguità ideologica con il presidente brasiliano.
venerdì 31 dicembre 2010
La porcata di Lula : no all'estradizione del terrorista Cesare Battisti
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