Nicola Calipari era colui che si può definire senza timore di eccedere nella retorica, un servitore dello Stato. Lo è stato nella sua silenziosa attività di agente del SISMI, culminata nell'episodio fatale in cui fece del proprio corpo scudo per proteggere dai proiettili esplosi da soldati americani di un checkpoint a Baghdad la giornalista Giuliana Sgrena, appena liberata dalla prigionia in cui un commando di jiahdisti la teneva da quasi un mese.
Un cablogramma redatto dall'allora ambasciatore americano Sembler e pubblicato da Wikileaks diffonde ora l'atroce sospetto che il governo italiano ( anche allora presieduto da Berlusconi) abbia preferito insabbiare le indagini su quell'episodio per evitare tensioni diplomatiche nei rapporti bilateriali con gli Stati Uniti.
Da Palazzo Chigi è arrivata una secca smentita ma i dubbi permangono forti: se la versione del documento americano fosse vera ciò vorrebbe dire aver ucciso una seconda volta Calipari. Dopo l'eliminazione fisica, anche l'oblio della verità.
martedì 21 dicembre 2010
La memoria di Nicola Calipari uccisa dallo Stato?
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