In vista del redde rationem del 14 dicembre e di un possibile sfiducia al governo Berlusconi ci si affanna a tirare per la giacchetta il presidente della Repubblica.
Comincia Fini, che ancora una volta si scorda di essere il presidente della Camera: governo il 14 dicembre non vrà la fiducia ma ”l’Italia non andrà a votare” ”il capo dello Stato sa cosa fare”. Un modo neanche tanto sibillino per invitare il Capo dello Stato a non sciogliere le Camere.
Seguiva il volgare intervento di Denis Verdini: delle prerogative del Capo dello Stato £ce ne freghiamo". Parole inaccettabili nella forma e nella sostanza tanto più perchè provenienti da uno dei coordinatori del PDL. Forse un segnale di come quel partito intendere rapportarsi con il Quirinale, forse non arrivando ad escludere anche uno scontro frontale tra istituzioni.
Tempi durissimmi per Napolitano che doverosamente affidava ad una nota la precisazione "nessuna presa di posizione politica di qualsiasi parte può oscurare il fatto che ci sono prerogative di esclusiva competenza del Presidente della Repubblica."
Nel mare della politica in tempesta il comportamento del Capo dello Stato resta l'unica bussola in grado di indicare la giusta rotta.
sabato 4 dicembre 2010
Fini e Verdini premono, ma Napolitano non perde la bussola
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