martedì 4 maggio 2010

Le sette vite di Claudio Scajola, tra scivoloni e dimissioni


Papi Silvio è uno che notoriamente sa ben ricompensare gli amici fedeli. Claudio Scajola è certamente uno di questi, nonostante i suoi scivoloni. Nel luglio 2002 quando era ministro dell'Interno definì Marco Biagi, il giuslavorista trucidato dalle BR, "un rompicoglioni che voleva il rinnovo del contratto di consulenza". L'improvvida dichiarazione lo costrinse alle dimissioni ma fu riciclato un anno dopo da Berlusconi come ministro per l'attuazione del programma. Successivamente ha proseguito una brillante carriera all'interno di Forza Italia per poi venire nominato ministro delle attività produttive nel terzo governo Berlusconi ( 2005) e quindi divenire ministro dello sviluppo economico nell'attuale esecutivo. Ora toglie nuovamente il disturbo per l'acquisto di un appartamento in pieno centro di Roma, forse con soldi provenienti da fondi dell'imprenditore Anemone, coinvolto nell'inchiesta per appalti della protezione civile, e probabilmente per un importo non completamente dichiarato al fisco. Come mai la casa in questione è stata pagata solo 600000 €, prezzo ritenuto irrisorio visto la zona di pregio in cui era ubicata? Come mai ci sono più testimoni che dichiarano che i soldi del pagamento sarebbero provenienti da Anemone? Si tratterà pure di un complotto o un accerchiamento mediatico, come ha sostenuto Scajola , il quale però sinora non ha saputo dare spiegazioni convincenti sul perché un imprenditore che lucrava con gli appalti pubblici abbia versato 900000 € in nero per la sua bella casetta vista Colosseo. Non rimanevano che le dimissioni da presentare, per non creare ulteriore imbarazzo all'interno della maggioranza. Scajola sa come tornare discretamente nei ranghi quando necessario; una qualità che di sicuro il Cavaliere ricompenserà adeguatamente in futuro promuovendo una nuova risurrezione politica del suo maldestro compagno.

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