domenica 15 febbraio 2009

Il testamento biologico e lo strano concetto di dialogo del senatore Marino


Il senatore del PD Ignazio Marino è un chirurgo luminare dei trapianti, ma in politica non conosce la fondamentale arte del compromesso. Intervenendo a un convegno dei radicali Marino ha detto che se la maggioranza non modificherà radicalmente il disegno di legge sul testamento biologico si procederà a un referendum. A parte il fatto che con un referendum abrogativo si tornerebbe al punto di partenza di un vuoto legislativo, quello di Marino è un modo estremamente singolare di incominciare un dialogo con la parte avversa su un tema eticamente controverso: o fate la legge come la vogliamo noi, oppure mandiamo tutto a carte e quarantotto e chi si è visto si è visto. Ed è anche uno strano modo di concepire il concetto di libertà di coscienza a cui il Partito democratico dichiara di ispirarsi nell'affrontare i temi eticamente sensibili: se questa coscienza non coincide con la visione di Marino essa non può essere considerata legittima. Ed infatti lo stesso PD appare perplesso dal metodo dialogico di Marino; una parte di esso ne ha preso già le distanze. L'ex presidente del Senato Marini: "Certo uno scienziato deve lavorare sulla fantasia' ma non si puo' 'andare avanti a colpi di lacerazioni', dice in un'intervista a Repubblica. 'Il Pd - afferma l'ex presidente del Senato - ha una posizione chiara, la liberta' di coscienza non e' una concessione ma un diritto di ciascuno' e sottolinea che le mozioni sono un punto di partenza che devono portare ad un 'vero confronto' perche' i cittadini si aspettano che la politica trovi una soluzione su un tema cosi' importante: 'Quello della nutrizione e dell'idratazione da non sospendere e' il punto' e 'bisogna mettere in campo ogni sforzo per tentare un avvicinamento e superare semplificazioni che un problema come questo che riguarda il fine-vita, il dramma del dolore e della morte, non merita.
Chiarissimo il pensiero di Rosy Bindi: "Parlare ora di referendum è un regalo a chi non vuole fare la fatica di definire una buona legge sul fine vita"

2 commenti:

coscienza critica ha detto...

Può anche essere -anzi è così- che il referendum riporti tutto al grado zero. Però penso che, a fronte di un'opposizione inesistente, una reazione dal basso sia necessaria. Far decidere al popolo è sempre una cosa saggia, il problema è che la massa verrà poi imbonita e condizionata dai media, i quali insisteranno sul senso del peccato, fino a far sentire un verme l'italiano che vorrebbe abrogare una siffatta legge.

Ivo Serenthà ha detto...

Infatti l'eventualità referendaria è l'ultima carta da giocare,possibile come ho scritto se questo esecutivo affermerà le volontà vaticane,la piena libertà dell'individuo di scegliere o rifiutare la sonda alimentare.

Altrimenti sempre come ho scritto,oltre rivolgersi all'estero per la fecondazione assistita,per chi lo potrà interpretare,dovrà cercare la fine dignitosa della propria vita nelle realtà laiche europee.

Kenzo