giovedì 25 febbraio 2010

La condanna di Google per violazione della privacy: i limiti della libertà sul web ( e non solo)


Si grida al rischio censura sulla Rete dopo la sentenza del tribunale di Milano che ha condannato per violazione della privacy tre dirigenti del colosso americano Google per non aver impedito la diffusione su Youtube di un video che riprendeva le violenze subite da un minore autistico da parte di compagni di scuola.
Ritengo assolutamente fuori luogo lo stracciarsi le vesti senza aver prima letto le motivazioni della sentenza ( che non sono state ancora depositate). E' opportuno ricordare che il video è stato pubblicato su Youtube nel settembre 2006 e rimosso dopo un mese ( non subito come afferma erroneamente Alessandro Plateroti sul Sole 24 ore) . Se risulterà che il giudice sarà riuscito a dimostrare che Google poteva era a conoscenza dell'esistenza di quel video e non lha eliminato dal suo servizio di hosting per superficiale trascuratezza allora la sentenza sarà ineccepibile. Perchè i condannati hanno violato una norma penale e nessuna libertà, nemmeno quella di opinione è assoluta; essa trova un suo limite nella tutela dei diritti degli altri, sopratutto in casi come questi in cui le vittime sono soggetti deboli e indifesi.

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