mercoledì 10 febbraio 2010

Iran: Lo strappo di Berlusconi isola sempre più il regime degli ayatollah


La manifestazione inscenata davanti alla nostra ambasciata a Teheran , presumibilmente da gruppi appartenenti ai miliziani Basiji fedeli ai Guardiani per la rivoluzione ( pasdaran) più che un aggressione è una reazione alla mutata strategia diplomatica del governo italiano nei confronti di quello iraniano. Perchè per l'Italia, secondo partner commerciale della repubblica islamica l'amicizia troppo stretta con l'Iran stava diventando un fardello troppo imbarazzante da portarsi dietro all'interno della comunità internazionale. Da qui la presa di distanze del nostro governo di fronte alla recente evoluzione di Teheran verso un regime autoritario, quasi totalitario manifestata nei tempi recenti a più riprese da Berlusconi con il duro discorso alla Knesset in cui si chiedevano più energiche sanzioni per l'Iran e si invitava la comunità internazionale a supportare l'opposizione dell'Onda Verde e con l'incontro con il segretario alla difesa americano Gates per lo scambio di tecnologie salva vita per i nostri soldati E infine dopo i fatti di ieri dalla decisione comunicata dal ministro degli esteri Frattini di non partecipare alle manifestazioni per l'anniversario della rivoluzione islamica
L'Iran d'altro canto continua a fare la voce grossa perchè conta sul mantenimento di un atteggiamento benevolo da parte di Pechino confermato dal recente accordo fornitura di gas per 50 anni. E più in generale dal grande 'interesse della Cina verso le risorse energetiche iraniane. Ma da questo punto di vista le cose potrebbero mutare anche a breve : se anche la Russia sembra non essere più disposta a proteggere Ahamdinejad e gli ayatollah, la Cina si troverebbe isolata a difendere dalle sanzioni un regime oramai screditato ; una posizione che evidentemente Pechino non può permettersi di ricoprire.

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