Ogni anno il 25 aprile si porta dietro immancabili polemiche di tipo politico. Stavolta l'oggetto della contesa è la proposta di legge che dovrebbe equiparare i repubblichini di Salò ai partigiani. Tale iniziativa è stata all'inizio strumentalmente attribuita dal centro sinistra al governo. In realtà la paternità era da attribuire a parlamentari del PDL. Tuttavia anche se Berlusconi prendeva le distanze invitando a ritirare il progetto di legge, questa posizione appariva assunta frettolosamente più per ragioni più di immagine che per reale convincimento. Questo episodio rivela il motivo per cui la Festa della Liberazione continua a dividere in Italia: da una parte c'è la sinistra che considera i valori della Resistenza una esclusiva della propria parte fingendo di dimenticarsi del contributo dato alla costruzione della democrazia da cattolici e laici liberali. A destra invece non si è interiorizzato completamente l'importanza dell'antifascismo come necessaria premessa di riscatto morale per poi fondare una società e uno Stato basati sulla libertà.
Il 25 aprile continua a non essere una celebrazione unificante per gli Italiani, forse perché gli Italiani come popolo ancora non esistono.
lunedì 27 aprile 2009
Il 25 aprile: festa di divisione più che di liberazione
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