martedì 9 febbraio 2010

Le rivelazioni di Massimo Ciancimino su Forza Italia e il rischio dell'effetto boomerang per l'antimafia

Massimo Ciancimino, figlio di Don Vito, il sindaco mafioso di Palermo, durante la sua deposizione al processo che vede imputati il generale Mario Mori e il colonnello Mauro Obinu, con l'accusa di favoreggiamento per la presunta mancata cattura di Bernardo Provenzano nel 1995 ha fatto una rivelazione clamorosa: la nascita di Forza Italia sarebbe il frutto della trattativa occulta tra Stato e Mafia che secondo Ciancimino jr, sul solco di quanto già dichiarato dal pentito Spatuzza, sarebbe stata portata avanti proprio in quel periodo, immediatamente successivo alle stragi di Capaci e Via D'Amelio. Per avvalorare le sue affermazioni Ciancimino ha esibito la bozza di una lettera scritta dal padre in cui si trascriveva un messaggio che Provenzano avrebbe rivolto a Dell'Utri e Berlusconi, minacciando il leader del centro-destra di ordinare un attentato ai danni di uno dei suoi figli se egli non avesse messo a disposizione di Cosa Nostra una delle sue reti televisive.
Per valutare l'attendibilità del teste, occorre ricordare che MassimoCiancimino ha incominciato la collaborazione con i magistrati pochi giorni dopo essere stato condannato in primo grado per il riciclaggio del denaro acquisito dal padre con le attività illecite. Sarebbe dunque doveroso prendere le rivelazioni ( per nulla disinteressate) di questo galantuomo con grande prudenza. Invece gli inquirenti come nel caso di Spatuzza sembrano intenzionati a dare grande rilievo al personaggio. A mio parere un errore grave. Che potrebbe avere ripercussioni sulla credibilità della loro attività investigativa.

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