L'atteso discorso di Bossi a Pontida si è risolto come prevedibile in una serie di slogan annti-immigrazione e contro il centralismo romano, buoni per mantenere buona la base ( per quanto tempo, non è dato saperlo) arrabbiata dopo gli schiaffoni presi alle amministrative e nei referendum. Poche le proposte, tante le richieste per lo più di difficile attuazione. Il Senatur ha rilanciato la necessità di una riforma fiscale senza però indicare come si potesse materialmente agire per ridurre le tasse senza andare a sgretolare i già scalcagnati conti pubblici. Per la richiesta di due ministeri al Nord sarà interessante capire come medierà Berlusconi con i furiosi colonnelli romani Polverini e Alemanno. Per non parlare dell'aggravio di costi che questo trasferimento richiederebbe, quando invece per risparmiare sui costi della politica sarebbe tanto utile qual drastico taglio sulle province che il Carroccio invece considera un perno del suo apparato di potere
Unico elemento veramente interessante, Bossi ha messo per la prima volta in discussione la leadership di Berlusconi nella coalizione di centrodestra. E nel prato di Pontida appariva uno striscione inneggiante a Bobo Maroni presidente del Consiglio
domenica 19 giugno 2011
A Pontida Bossi stuzzica la pancia padana: pollice verso al Cavaliere
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