venerdì 24 giugno 2011

Paradosso Belgio: uno stato senza governo ma in boom economico

Il 13 giugno 2010 i belgi si recavano al voto per le consultazioni politiche. Da allora è passato più di un anno e il Paese si ritrova ancora senza un governo, con un esecutivo dimissionario che svolge gli affari correnti, che poi tanto correnti non sono giacche nel frattempo il Belgio è entrato nella coalizione che fa la guerra in Libia. Il re ha dato incarico al leader dei socialisti valloni Di Rupo per trovare un accordo, ma è difficile che prima delle amministrative dell'autunno 2012 arrivino risultati: Alla base di questa cronica instabilità il solito conflitto tra fiamminghi e valloni e difficilmente prima di allora una delle due etnie sarà disposta a cedere, con i primi a reclamare maggiore autonomia e i secondi che temono di perdere alcune gestioni centralizzate in termini di servizi sociale. La NVA partito fiammingo che ha vinto le elezioni ha una forte propensione verso la secessione; per contro i partiti valloni si oppongono alla perdita di competenze statali e c'è anche un fenomeno minoritario ci richiesta di riunificazione con la Francia. Nonostante questo impasse il Belgio cresce economicamente: secondo le stime OCSE il PIL aumenterà del 2,4% alla fine dell’anno. E se i soldi circolano la mancanza di un governo si sente meno. Anzi paradossalmente l'assenza dell'esecutivo ha diminuito la conflittualità in parlamento che in questo periodo ha approvato una serie di norme importanti tra cui quello sulla politica finanziaria che dovrebbe consentire di tornare entro il 2012 al di sotto del 3% di deficit, la proibizione del burqa nei luoghi pubblici e la procedura sulla regolarizzazione degli immigrati.
Il Belgio funziona anche perché un gran numero di competenze sono gestite dalle regioni e dai governi locali; inoltre il 40% del bilancio complessivo è gestito dalle regioni.
Se è vero che fiamminghi e valloni non si parlano( solo l'1% dei matrimoni tra fiamminghi e valloni; ci sono più matrimoni tra belgi e immigrati) la Secessione resta in gni caso difficile da attuarsi: come già detto in Belgio molte decisioni sono già decentrate e d'altro canto molte decisioni riguardanti il Belgio prese a livello europeo. C'è poi il problema Bruxelles, capitale storica delle Faindra, ma oggi a capo di una sia propria regione nonché sede di istituzioni sovranazionale. In caso di secessione quale sarebbe il suo destino?

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