mercoledì 9 novembre 2011

Il governo tecnico ultima spiaggia dell'Italia nel dopo Berlusconi

Nemmeno l'annuncio delle prossime dimissioni di Berlusconi subito dopo l'approvazione della legge di stabilità sembra dare respiro alle Borse che hanno registrato un ulteriore crollo mentre lo spread tra Btp e titoli tedeschi si è alzato fino a 575 punti. Forse i timori non riguardano solo un possibile tentativo del Cavaliere di allungare i tempi, ma coinvolgono una sfiducia nel complesso del sistema politico italiano. Con questa legge elettorale infatti non è garantito che l'esito delle urne possa fare emergere una solida maggioranza in grado di governare. E' forte il rischio di replicare le condizioni dei governi Prodi e Berlusconi sostenuti da esigui numeri in Parlamento e con coalizioni eterogenee e litigiose. Questa è la grande differenza con la Spagna dove non si ebbe lo stesso effetto di panico  all'annuncio delle elezioni anticipate: a Madrid sanno che chiunque vincerà le elezioni sarà messo in condizione di potersi assumere le responsabilità di governo. Nessuna delle forze politiche sembra poi in grado di sostenere il peso delle misure lacrime e a sangue ( e dunque necessariamente impopolari) necessarie per far uscire l'Italia dai guai.
Un governo tecnico guidato da personalità di sicura competenza e autorevolezza internazionale, come Mario Monti, che spedisca in soffitta il Porcellum e affronti con decisione e immediatezza l'emergenza è quantomai necessario. Una volta create le condizioni per superare la tempesta la parola potrà tornare alla politica e al giudizio del popolo sovrano

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