lunedì 2 agosto 2010

Fini alla prova Caliendo

Il caso Caliendo, il sottosegretario coinvolto nell'indagine per la presunta loggia segreta P3, su cui il Pd è intenzionato a presentare in Parlamento la sfiducia, sarà il primo banco di prova della tenuta della nuova formazione di Fini "Futuro e Libertà".
Il presidente della Camera proprio pochi giorni prima dell'allontanamento del PDL aveva dichiarato inopportuno che chi fosse indagato mantenesse incarichi nel partito. Coerentemente tale pregiudiziale dovrebbe valere ancor di più per incarichi istituzionali e indurre i finiani a votare contro la permanenza di Caliendo nell'esecutivo.
Una linea intransigente presenta però delle controindicazioni per Fini. Qualora Caliendo venisse sfiduciato , Berlusconi potrebbe decidere di ricorrere immediatamente alle elezioni. Un eventualità che danneggerebbe il progetto "Futuro e Libertà" che ha ancora bisogno di tempo per acquisire solidità inglobando nuovi parlamentari, intensificando i contatti con le altre formazioni politiche in vista di nuove alleanze, e cercando di acquisire consenso presso l'opinione pubblica.
Inoltre i numeri in Parlamento di cui dispone Fini sono ancora risicati ( 33 deputati e 10 senatori) e qualora lo schierarsi contro Caliendo non fosse sufficiente per ottenere la sfiducia , l'operazione si tradurrebbe in una manifestazione della sua debolezza politica.
La situazione contingente potrebbe indurre a una prudenza tattica Fini, che d'altronde sulla vicenda, pur dichiarando di sapere come agire, non scopre le sue carte, forse per indurre Berlusconi a fare autonomamente un passo indietro con l'allontanamento di Caliendo. Ricorrendo all'astensione i finiani si distinguerebbero comunque dai loro ex compagni di partito senza mettere in discussione il sostegno al governo. Nel primo braccio di ferro tra i due potrebbero contare più i nervi che i muscoli.

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