La reazione di Napolitano alle esternazioni del deputato PDL Bianconi che in un intervista al Giornale aveva accusato il presidente di tradire la Costituzione è dura ma assolutamente opportuna. Il Quirinale ricorda che qualora si ritenga che il presidente della Repubblica compia atto di tradimento si ha la possibilità di chiederne la condanna secondo la procedura prevista dall'art 90 della Carta . Altrimenti la parole di Bianconi " resteranno solo gratuite insinuazioni e indebite pressioni, al pari di altre interpretazioni arbitrarie delle posizioni del presidente della Repubblica e di conseguenti processi alle intenzioni". Una difesa forte delle prerogative istituzionali che impongono al capo dello Stato di muoversi solo in caso di acclarata crisi di governo e di verificare l'esistenza di possibili alternative maggioranze in Parlamento.
Infatti al contrario di quanto affermano i pretoriani del Cavaliere la formazione di governi che non prevedano Berlusconi al governo qualora vi sia la fiducia di una maggioranza parlamentare non sarebbe affatto contro la Costituzione. Non basta introdurre il nome del capo della coalizione nella scheda elettorale per determinare l'elezione diretta del capo dell'esecutivo, spogliare le assemblee del loro ruolo legittimante l'azione governativa e trasformare il sistema del nostro Stato da parlamentare e presidenziale. Per attuare questa modifica nella forma di governo occorre operare una revisione della Costituzione secondo le procedure previste. Il rispetto delle regole e degli equilibri tra poteri è elemento fondante di una democrazia. Evocare fantomatiche costituzioni materiali in deroga di quanto previsto dal dettato della Carta è un modo di subordinare a mere logiche eversive di potere il patto di convivenza civile e di minarne la forza.
martedì 17 agosto 2010
Contro le accuse di tradimento Napolitano difende le prerogative del Quirinale
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