Rai per una notte, l'esperimento di talk politico multicanale condotta da Michele Santoro e andata in onda contemporaneamente sul web, sul satellite ( sky e Current TV , ) e sul digitale terrestre tramite alcune tv locali va giudicata guadandola da diverse angolazioni. Anzitutto da quella della libertà di informazione: non bisogna dimenticarsi che l'iniziativa è nata come reazione alla lugubre scelta della Rai di censurare le trasmissioni di approfondimento politico in vista delle elezioni regionali. in secondo luogo il risultato stimato del 10-11% di share testimonia le grandi potenzialità dei nuovi media
Da qui a parlare di successo dell'informazione ce ne corre: un informazione deve essere problematica, d i una tematica deve saper accogliere sfaccettature e punti di vista diversi. A Rai per una notte non si è visto nulla di questo I contenuti mi hanno convinto solo nella parte in cui si ricostruiva tramite le intercettazioni il perché si è arrivati alla chiusura dei talks politici in Rai( i processi mediatici che non piacciono al cavaliere) ; male, anzi malissimo, invece l'eccesso di antiberlusconismo con la punta di Luttazzi che nobilita l'odio verso i Mascalzoni ( Silvio e i suoi accoliti) come mezzo per elogiare gli onesti.
Dal punto di vista politico cambia poco: il programma è servito a incrementare l'aura di martirio gravante attorno alla banda di Annozero ( Giovanni Floris e le sue pillole di saggezza apparivano decisamente fuori posto in un clima decisamente diverso dallo stiler con cui conduce Ballarò) e in questo senso è naturale che sia piaciuto a chi considera Berlusconi il male assoluto; mentre per converso tutti gli altri hanno mantenuto le proprie perplessità sullo stile informativo di Santoro o addirittura si sono visti confermare nell'opinione che ciò che unisca la sinistra sia sopratutto il disprezzo verso Papi Silvio
sabato 27 marzo 2010
Luci e ombre di " Rai per una notte ": contro la censura troppo Santoro, poca informazione
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politica italiana,
televisioni
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