La vicenda della mancata presentazioni nei termini prescritti della lista del pDL per le regionali del Lazio è tragicomica. Non si sa se ridere per il dilettantismo dimostrato dai dirigenti del partito dell'amore o se piangere per le successive scuse da loro accampate per giustificare le loro mancanze. Il sospetto lanciato di un complotto della sinistra è tanto stucchevole quanto avventato il richiamo della Polverini al ruolo di garanzia del Capo dello Stato che difatti ha precisato di non poter interferire in un potere di controllo di esclusiva competenza dei giudici.
D'altronde è l'altra faccia della medaglia di un partito personalistico, l'effetto collaterale di uno schieramento in cui i quadri intermedi non vengono selezionati in base alla loro competenza ma alla costanza devozionale con cui adulano il padrone.
Detto ciò è augurabile che la lista possa comunque venire regolarmente iscritta per salvaguardare le aspettative di quei cittadini che la vogliono votare. Ma non si può nemmeno sottacere che se esistono delle regole a tutela dell'ordinato svolgimento della competizione elettorale, esse devono essere rispettate rigorosamente da tutti senza eccezioni. E anche per questo il rammarico del Cavaliere per l'eccesso di burocrazia appare stonato: rifletta piuttosto il Papi ( se ci riesce o se ne ha voglia) sul valore delle persone di cui si circonda come collaboratori.
martedì 2 marzo 2010
La tragicommedia della lista PDL in Lazio. Il lato oscuro del partito ad personam
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2 commenti:
Direi che sono imbarazzanti, sia per governare un paese e ora anche solo per presentare delle liste. Pensare che ci sono degli italiani disposti a dare a questi le chiavi del paese!
ciao Ernest, grazie per il commento :)
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