Le elezioni regionali del 2010 vedono il sorpasso del centro destra anche nel governo locale. Prima del voto del 28 e 29 marzo la sinistra governava 14 regioni su 20; adesso dopo le quattro regioni ( Piemonte, Lazio, Campania, Calabria) è il centro sinistra ad avere il controllo di 11 Giunte regionali che amministrano una popolazione di 42 milioni. Il partito che incrementa maggiormente i consensi è la Lega: Il Carroccio raddoppia la sua base elettorale con un milione e 370 mila voti in più rispetto alle precedenti regionali del 2005. La grande novità è che l'avanzata del Carroccio non si limita al tradizionale terreno di caccia padano ( dove va comunque il sorpasso effettuato in Veneto ai danni del PDL come primo partito) ma si estende alle zone rosse: La lega aumenta i supoi consensi del 165% in Emilia Romagna, li raddoppia in Toscana, li triplica nelle Marche, li incremetna di sei volte nelle Marche. A fronte del successo leghista va registrata a sinistra la crisi di consenso del PD: Il partito Democratico perde due milioni di voti rispetto al 2005. la perdita è generalizzata ma particolarmente pronunciata in tre delle quattro regioni espugnate dal centrodestra ( in Calabria con oltre il 50%; in Campania e Piemonte circa il 30%; più contenuta nel Lazio con il 14%). Ad avvvanttaggiarsi del calo del PD è l'Italia dei Valori che dopo la Lega è il partito che registra l'incremento maggiore con 1 milione e 227 mila voti in più, pur partendo da un precedente dato di partenza assai basso.
Per quanto riguarda il PDL, al contrario di quanto affermano i suoi sostenitori, non c'è stato l'effetto trainante di Berlusconi sul centrodestta: il popolo della Libertà perde rispetto al 2005 oltre un milione di voti. il Dato va però interprtato tenedno conto che quasi 600000 voti sono stati persi nel Lazio a causa della mancata prsentazione della lista in provincia di Roma. Ciò detto il calo del PDL è marcato anche in molte regioni settentrionali Piemonte (–178 mila, –27%), Lombardia (–162 mila, – 11%), Veneto (–154 mila, –22%) – e “rosse” – Emilia-Romagna (–99 mila voti, -16%), Toscana (–95 mila, –19%).
Le elezioni regionali hanno visto un notevole riequilibrio dei rapporti di forza in entrambi gli schieramenti: nel 2005 Forza Italia e AN ( poi fusi nel PDL) avevano un consenso di 5,1 volte superiore a quello della Lega. Nel 2010 questo rapporto è sceso a 2,2. Stessa cosa dicasi per il centro-sinistra dove dal 2005 al 2010 l'incidenza dei consensi del Partito di Di pietro sull'intera coalizione è cresciuto dal 4% al 21%. Difficilmente i dirigenti nazionali dei due schieramenti potranno ignorare questi verdetti.
Per quanto riguarda le formazioni minori, L'UDC ha perso il 15% dei voti ( -227000) rispetto al 2005. Il calo è stato più marcato nelle regioni in cui il partito di Casini ha scelto di allearsi con il centro sinistra. Ma l'autentico crollo si è avuto per le formazioni della sinistra radicali che nonostante l'exploit di Vendola in Puglia hanno perso 1 milione 274 mila voti attestandosi su un modesto 3% a livello nazionale e confermando di subire la concorrenza di altre formazioni come l'IDV a cui si è aggiunta in questa tornata il movimento di Beppe Grillo che nelle 5 regioni in cui si è presentata ha ottenuto 390000 voti: un interessante risultato per una formazione che se presentava alle urne per la prima volta.
FONTE: ISTITUTO CATTANEO SU DATI MINISTERO INTERNO E REGIONI CALABRIA, PUGLIA, MARCHE, TOSCANA
mercoledì 31 marzo 2010
Alle Regionali del trionfo della Lega, manca l'effetto-traino di Berlusconi e cala il PD
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