domenica 21 agosto 2011

Prevedere, prevenire e sconfiggere la crisi economica con la trasparenza dei mercati e l'autorevolezza della politica

La crisi legata alla sostenibilità del debito pubblico non era prevedibile sostiene il ministro dell'economia Tremonti. Un articolo del Corriere lo smentisce: autorevoli economisti nel 2009 avevano illustrato il possibile scenario fatto di aumento dei tassi di interesse, aumento dello spread tra titoli italiani e tedeschi e panico dei mercati circa la solvibilità dei debiti sovrani.
A parte le evidenti e già citate mancanze di Tremonti nell'attuare politiche che potessero dare sostegno alla crescita, resta da capire come mai la prima fase della crisi, legata alla bolla immobiliare non sia stata arginata. La risposta all'interrogativo è : carenza di informazioni. Mentre per la finanza pubblica gli analisti dispongono dei dati necessari per delineare scenari futuri affidabili, per i derivati legati ai mutui subprime gli organismi di controllo e le agenzie di rating hanno totalmente fallito nel loro compito o forse sono state addirittura conniventi nel celare le informazioni circa la effettiva affidabilità degli investimenti connessi ai settori che avrebbero poi fatto crack. Forse questo ci aiuta a capire come il vero problema attuale sia la carenza di trasparenza nei mercati e la necessità di ripristinarla rinunciando al mito liberista del laissez-faire, senza però cadere nell'eccesso opposto del dirigismo. Basterebbe una politica che torni a dettare regole chiare e a farle rispettare con rigore assumendo un ruolo autorevole a livello globale, non più succube dei giochini della speculazione finanziaria: la libertà dei mercati è stata per troppo confusa con l'anarchia in cui il più furbo o il più disonesto ha soverchiato il piccolo risparmiatore. Ma l'attuale generazione di politici ha davvero la volontà e l'intelligenza per invertire la rotta prima che il disastro diventi irreparabile?

2 commenti:

Anonimo ha detto...

[ La crisi legata alla sostenibilità del debito pubblico non era prevedibile sostiene il ministro dell'economia Tremonti. Un articolo del Corriere lo smentisce: autorevoli economisti nel 2009 avevano illustrato il possibile scenario fatto di aumento dei tassi di interesse, aumento dello spread tra titoli italiani e tedeschi e panico dei mercati circa la solvibilità dei debiti sovrani. ]

Dato che Portogallo, Irlanda, Grecia e (in modo diverso) anche Francia, Spagna, Germania e Italia sono nel bel mezzo di una crisi economica vuol dire che il numero ristretto di "autorevoli economisti" non ha espresso un'opinione condivisa dalla grande maggioranza dei colleghi europei. La...comunità economica ha pensato in modo diverso, sbagliando.
Capita. Come sbagliano, forse, coloro che dicono che i terremoti non si possono prevedere.

storico sgrz ha detto...

@ anonimo
il dato comune delle crisi economiche dei Paesi da lei citati è la sfiducia dei mercati sulla possibilità di tornare a crescere. ciò detto ciascuno Stato ha le sue specifiche problematiche e mettere tutto in un'unico calderone non aiuta certo a capire. In Irlanda per esempio sono colassate le banche ( cosa che non è successa in Italia) e lo Stato le ha rilevate facendo un deficti di bilancio mostruoso. Nemmeno la SpAgna ha il problema delle banche però ha costruito un economia fondata sulle speculazioni immobiliari che è collassato non appena il problema dei mutui è emerso a livello globale.
Più simile al nostro è il caso della Grecia che ha addirittura nascosto lo stato del suo deficit ed è arrivata a ipotecare aeroporti e a vendere al miglior offerente le isole del suo arcipelago.
Quanto all'Italia che uno dei grossi problemi della nostra economia sia 'enorme debito pubblico è una cosa ben nota condivisa. Così come è evidente che se uno Stato ha un grosso debito e cresce poco o nulla, per piazzare altri titoli sarà costretto a aumentare i rendimenti promessi per compensare l'aumentato rischio di insolvenza . Non è una cosa difficile da capire né tantomeno da prevedere. ;)

p.S: i terremoti allo stato delle conoscenze scientifiche non si possono prevedere. Poi ognuno può liberamente scegliere se affrontare la realtà con un approccio scientifico o affidarsi ai parolai imbonitori.

http://www3.lastampa.it/domande-risposte/articolo/lstp/401784/