lunedì 29 agosto 2011

La Libia del dopo Gheddafi tra intrighi, speranze e interrogativi

Con i ribelli oramai dentro Tripoli, il declino del potere di Gheddafi sembra oramai inesorabile. Ma non è detto che la fase di trasazione sia breve: Gheddafi potrebbe trasferisi a sud nella sua Sirte e gestire da li la sua battaglia. Ma se anche il rais venisse eliminato in breve tempo o fuggisse all'estero resterebbe insoluta la questione dei rapporti le tribù a lui fedeli e quelle dei rivoltosi; Robert Fisk che di problemi arabi se ne intende parla di una situazione di caos destinata a durare anni. Tra gli antigheddafiani ci sono le divisioni tra laici e islamisti più o meno moderati con gli eredi della vecchia monarchia senussita decisi a rivendicare il loro spazio. Se poi si dà uno sguardo alle biografie dei membri del Consiglio nazionale transitorio ( CNT) ci si accorge della vasta presenza di ex sodali di Gheddafi, pronti a fare il salto della quaglia con provvidenziale tempismo: Mahmoud Jibril primo ministro ad interim del CNT prima del voltafaccia guidava il consiglio dello sviluppo economico di Gheddafi; Mustafa Mohammed Abdul Jalil , presidente del CNT e già ministro della giustizia del governo di Gheddafi; Ali al-Isawi, vice premier del CNT ma ambasciatore in India e ministro dell'economia sotto Gheddafi; Abdel Rahman Shalgam, rappresentante del CNT all'ONU ed ex ministro degli esteri di Gheddafi.
Uomini pronti ad accordarsi con le potenze occidentali per la lucrosa gestione delle ricchezze naturali del Paese, ma forse non altrettanto adatti, visto l'ingombrante passato, per tutelare gli interessi dei libici. E chissà che uno spazio non possa essere trovato un posticipno anche ad Abdessalam Jalloud, l'ex vice di Gheddafi, fuggito in Italia solo pochi giorni fa e svelto a descrivere come un tiranno l'oramai ex vecchio amico. C'è poi la misteriosa morte del capo militare dei ribelli Abdel Fattah Younis, caduto in un agguato dei lealisti forse su imbeccata dei suoi compagni desiderosi di liberarsi di un'ingombrante personaggio. Un anticipo dei lunghi coltelli destinati a insanguinare il dopoguerrra?

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