martedì 2 agosto 2011

Il rischio default e l'accordo sul tetto del debito ( debt ceiling) negli Stati Uniti: origine e conseguenze.

Negli Stati Uniti il Tesoro può emettere obbligazioni entro un certo tetto di debito del bilancio dello Stato,stabilito dal Congresso. Questa procedura del "tetto del debito"è stata introdotta nel 1917, durante la prima guerra mondiale; in precedenza era addirittura più severa perché il Tesoro per ogni singola emissione doveva ricevere un apposita autorizzazione dal Congresso. Il tetto del debito fissato in 14300 miliardi di dollari è stato superato nel 2011, quindi il Tesoro non aveva più potere di emettere titoli di debito: occorreva che il Congresso rialzasse il tetto del debito, altrimenti, senza più il finazniamento proveniente dai titoli di Stato ci sarebbe stato il default ovverosia l'incapacità da parte dell'amministrazione USA nel far fronte alle proprie spese.
Poichè la Camera è a maggioranza repubblicana, il presidente americano ha dovuto trovare un compromesso affinchè il Congresso autorizzasse l'innalzamento del debito. Nell'accordo bipartisan è previsto un immediato innalzamento del tetto del debito per 900 miliardi dietro garanzia di un corrispondente taglio della spesa; una seconda tranche di debito potrà essere prevista seguendo il seguente schema: una commissione paritetica Camera-Senato dovrà predisporre entro il giorno del Ringraziamento un ulteriore piano di tagli per 1500 miliardi di dollari. Se il Congresso lo approverà, il Tesoro potrà diporre di un altro rialzo del tetto del debito di parti importo. In caso contrario il debt ceiling aumenterà di 1200 miiardi di euro e verrà predispoto un corrispondente taglio della spesa proveniente per metà dal budget militare.
Obama è riuscito ad avere il default, salvando la sua riforma sanitaria, ma si è dovuto piegare alle richieste repubblicane ( in particolare del Tea Party) di non innalzare le tasse ai redditi più alti. Ma non è sicuro che l'accordo sia sufficiente a evitare il downgrade del debito pubblico americano da parte delle agenzie di rating che chiedevano un taglio delle spese di 4000 miliardi di dollari più alto da quello garantito da Obama ( 2400 miliardi).

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