mercoledì 3 agosto 2011

La speculazione aggredisce l'Italia: cosa dovrebbe fare il governo per uscire dalla crisi


L'Italia ha un debito pubblico altissimo e da decenni va incontro a crescita bassa o nulla: ciò la rende un bersaglio ideale per la speculazione finanziaria. Sono deboli i titoli di Stato che per essere venduti devono continuamente alzare il loro rendimento ( lo spread con i titoli tedeschi ha raggiunto oramai i valori di quelli spagnoli); sono fragili le azioni delle banche che di titoli di Stato italiani sono piene. Ho già detto che la manovra finanziaria di Tremonti è largamente insufficiente: rimanda al 2013 il problema risanamento dei conti pubblici e non suggerisce alcun progetto per la crescita. Il suo impianto deve essere rivisto immediatamente. Nello stesso tempo occorre mettere mano a quelle riforme che affrontino i motivi per cui il nostro Paese non attrae investimenti e si sta indebolendo nella competizione internazionale: snellire la burocrazia, ridurre i tempi della giustizia garantendo la certezza del diritto, investire nell'istruzione e nella ricerca dando le risorse ai cervelli che meritano e producono e per contro facendo tabula rasa attorno ai baroni parassiti, promuovere lo sviluppo tecnologico, rendere trasparenti i mercati favorendo la concorrenza. Un governo che abbia a cuore le sorti del Paese dovrebbe mettere in cima alla sua agenda questi temi su cui da decenni non si fanno progressi, lasciando perdere le leggi ad personam. La resa dei conti per l'Italia è prossima e se non si agisce il declino sarà inesorabile.

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