Presentata come un tentativo di arginare gli eccessivi costi della politica il progetto di riforma costituzionale elaborata da Calderoli in realtà va considerata come un grammo di puro cioccolato venduto assieme a una tonnellata di sterco. Il buono è rappresentato dall'accorpamento delle province in cui risiedano almeno 500000 abitanti, e dalla riduzione dei parlamentari. Ma coerentemente allo stile del padre del Porcellum, queste positive novità servono per coprire un impianto complessivamente confusionario: l'introduzione della sfiducia costruttiva sarebbe interessante, peccato che la si accompagni da una norma che vincolando al risultato delle elezioni il nome del candidato a sostituire il premier sfiduciato, rende quest'ultimo di fatto insostituibile e blocca l'autonomia di un Parlamento già abbastanza svilito dall'essere composto da nominati delle segreterie politiche. Viene prevista la possibilità per il primo ministro di chiedere lo scioglimento di una Camnera: una proposta facoltativa che il presidente della repubblica è libero di respingere, creando così ulteriori occasioni di conflitto nel rapporto già problematico tra capo dello Stato e capo dell'esecutivo.
Altre genialate: se nel senato federale, i rappresentanti delle regioni non avranno diritto di voto che ci stanno a fare, a parte prendere la cospicua indennità di presenza?
Con la soppressione della circoscrizione estero gli immigrati pagheranno le tasse ma non avranno diritto a eleggere i propri rappresentanti.
Per commisurare l'indennità alla partecipazione al lavori delle commissioni e dell'Aula sarebbe sufficiente una legge ordinaria approvabile in due giorni invece del complesso iter richiesto per modificare la Carta costituzionale. Ciò mi induce a pensare che la bozza di riforma Calderoli anche nei suoi punti migliori sia uno specchietto per le allodole. E' credibile che uno Scilipoti approvi un testo che gli riduce notevolmente l'indennità e la possibilità di essere rieletto?
domenica 24 luglio 2011
La bozza Calderoli di riforma costituzionale: gli effetti del nuovo pasticcio made in Lega
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