Basta una carestia dell'annata agricola in Russia con conseguente aumento dei prezzo del grano per avere riflessi in zone lontane migliaia di chilometri nel pianeta. Le rivolte in Tunisia e Algeria di questi giorni che hanno provocato morti, non sono dovuti alla religione come spesso siamo abituati a sentire in quelle zone, ma alla fame. Il caroprezzi dei beni di prima necessità ha colpito le classi più disagiate di quei Paesi che sono scesi nelle piazze a protestare perché faticano ad acquistare il necessario per nutrirsi. E' il volto spietato della globalizzazione. A cui si aggiunge la prepotenza del potere locale: in Tunisia è un singolo episodio che scatena la ribellione collettiva: un giovane venditore ambulante abusivo di frutta e verdura che già fatica a sbarcare il lunario, si vede sequestrare la sua merce dall'occhiuta polizia e per protesta si da fuoco. La notizia circola e la rabbia dei disoccupati, anche laureati, monta fino a divenire contestazione al regime politico.
domenica 9 gennaio 2011
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1 commenti:
Caroprezzi, corruzione, mancanza di libertà, violazioni continue dei diritti umani... I motivi della protesta sono tanti.
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