domenica 9 gennaio 2011

Tunisia e Algeria in subbuglio per il caro vita. La faccia crudele della globalizzazione

Basta una carestia dell'annata agricola in Russia con conseguente aumento dei prezzo del grano per avere riflessi in zone lontane migliaia di chilometri nel pianeta. Le rivolte in Tunisia e Algeria di questi giorni che hanno provocato morti, non sono dovuti alla religione come spesso siamo abituati a sentire in quelle zone, ma alla fame. Il caroprezzi dei beni di prima necessità ha colpito le classi più disagiate di quei Paesi che sono scesi nelle piazze a protestare perché faticano ad acquistare il necessario per nutrirsi. E' il volto spietato della globalizzazione. A cui si aggiunge la prepotenza del potere locale: in Tunisia è un singolo episodio che scatena la ribellione collettiva: un giovane venditore ambulante abusivo di frutta e verdura che già fatica a sbarcare il lunario, si vede sequestrare la sua merce dall'occhiuta polizia e per protesta si da fuoco. La notizia circola e la rabbia dei disoccupati, anche laureati, monta fino a divenire contestazione al regime politico.

1 commenti:

NoirPink - modello Pandemonium ha detto...

Caroprezzi, corruzione, mancanza di libertà, violazioni continue dei diritti umani... I motivi della protesta sono tanti.