lunedì 16 agosto 2010

Contro Fini, Feltri lancia l'offensiva in stile Boffo

Nel PDL si auspicava che l'eretico Fini facesse la fine di Boffo. Vittorio Feltri come prevedibile non ha perso tempo e "il Giornale" è in prima fila nell'offensiva contro Fini per la questione della casa di Montecarlo. Le prove che Fini era a conoscenza che l'appartamento in questione era posseduto dal cognato Giancarlo Tulliani risiederebbero in una fattura di acquisto per mobili e nella testimonianza di un ex dipendente del centro arredamenti in cui è avvenuta la compravendita degli arredi.
La copia della fattura è stata pubblicata dal Giornale sia nell'edizione cartacea che in quella on line: da essa emerge vendita di mobili intestata a un "Tulliani", ma tale documento non è in grado di dimostrare né l'identità precisa dell'acquirente né tantomeno che gli arredi fossero destinati alla casa di Montecarlo.
Questi dubbi dovrebbero nelle intenzione de "il Giornale" dovrebbero essere risolti dalla testimonianza di Davide Russo un impiegato del Centro Arredi Castellucci che avrebbe visto Fini e Elisabetta Tulliani recarsi più volte in negozio per discutere di preventivi e progetti. Anche questo elemento è tutt'altro che deicsiivo: Davide Russo infatti si dichiara quasi sicuro che il progetto di arredo di cui si occupavano i colleghi riguardasse proprio l'appartamento di Montecarlo, nonostante non abbia seguito direttamente l'affare.
A rendere dubbia l'attendibilità della testimonianza vi è però un fatto rilevante: Davide Russo si è dimesso dal suo impiego due giorni prima delle sue rivelazioni al Giornale. "Io mi sono svincolato proprio per non coinvolgere" l'azienda sostiene Russo: rinunciare a un buon posto di lavoro sopratutto in questi tempi di crisi, è unna motivazione che non mi convince completamente:
Insomma i dubbi sulla vicenda restano. E finché Fini non offrirà una versione sufficientemente convincente per dirardarli, Vittorio Feltri potrà proseguire nella sua campagna , sulla falsa riga di quanto già fatto per il direttore de "l'Avvenire" Boffo.

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