mercoledì 13 aprile 2011

Immigrazione dal Nordafrica: le colpe del governo e il silenzio dell'Europa

Il governo italiano per allentare sul proprio territorio la pressione provocata dagli sbarchi dei clandestini provenienti dal Nordafrica ha cercato la soluzione dando ai migranti un permesso di soggiorno temporaneo che dovrebbe consentire loro di circolare liberamente per l'Unione Europea secondo i principi degli accordi di Schenghen.
La Francia al contrario obietta che questi permessi non sono conformi alle regole europee e ha annunciato che respingerà gli extracomunitari in possesso di questi documenti che dovessero cercare di attraversare la frontiera con l'Italia. Se come sostenuto da Parigi il governo italiano prima di concedere il permesso temporaneo non ha verificato che il migrante fosse incensurato, avesse i mezzi per sostenersi e un passaporto con cui essere identificato effettivamente verrebbero a mancare le condizioni di ingresso disciplinate dall’articolo 5, paragrafo 1, del regolamento (CE) n. 562/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 15 marzo 2006.
Il governo ha invocato la direttiva 55/2001 che prevede la redistribuzione dei migranti tra i Paesi europei in casi di massiccio afflusso. In questo caso il problema è eminentemente politico: per attivare la solidarietà tra Stati membri è necessario che il Consiglio ( cioè gli Stati membri) si pronunci favorevolmente a maggioranza qualificata ma al momento solo Italia e Malta ritengono che vi siano le condizioni per l'applicazione della direttiva.
Ma dove il nostro governo si è gettato la zappa sui piedi è nel mancato recepimento della direttiva 115/2008 sul rimpatrio dei migranti perchè in contrasto con la legge 94/2009 che introduce il reato di immigrazione clandestina. E' diffcile essere apparire credibili nel chiedere la solidarietà dei partners comunitari quando ci si dimentica di recepire le norme europee sulla materia.
Nonostante tutto è auspicabile che le divisioni interne pur legittime tra maggioranza e opposizione non costituiscano un ostacolo a che l'Italia riesca si presenti a Bruxelles con un unica e autorevole voce: abbiamo interesse a rendere corresponsabile l'Europa del problema del flusso migratorio dal NordAfrica sopratutto qualora la sua intensità dovesse aumentare nel prossimo futuro.

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