Anche se la risoluzione 1973 dellconsuglio di sicurezza ONU non lo prevede è chiaro che le forze di coalizione si sono spinte troppo avanti per pensare che la loro azione non abbia come scopo la detronizzazione di Gheddafi.
E per l'Italia come si mette? Viene dalla Libia il 25% del nostro petrolio e il 10% del gas. Gli accordi per il petrolio sono validi fino al 2042 e per il gas fino al 2047. Il governo provvisorio di Bengasi sostiene che non sono in discussione i contratti già stipulati. Nessuno degli Stati, nemmeno la Francia, ha intenzione di creare un precedente di mancato rispetto dei contratti energetici già stipulati. Però bisogna essere consapevoli che non potremo più pensare di avere con la Libia quella condizione privilegiata. Per questo bisognerebbe avere una posizione più netta e una partecipazione più attiva alla cacciata del dittatore e non accontentarsi di fornire qualche base militare e attendere gli eventi.
UPDATE: 4 APRILE. L'Italia ha compiuto un passo importante per uscire dall'ambiguità riconoscendo il governo dei ribelli e non escludendo la fornitura di armi.
domenica 3 aprile 2011
Il futuro dell'Italia in Libia nel dopo Gheddafi
Etichette:
energia,
geopolitica,
Libia
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
0 commenti:
Posta un commento