Gli dei dell'atomo stanno con Gheddafi. Il terremto del Giappone ha contribuito a distogliere l'attenzione della comunità internazionale dalla questione libica e il rais ne ha approfittato per riconquistare posizioni. Le notizie dal fronte sono favorevole a Gheddafi e le forze di opposizione sembra abbiano poche possibilità di scampo. D'altronde stando alle analisi fatte da britannici e israeliani le forze filoregime hanno i mezzi più potenti ( aerei e elicotteri) e possono contare su forze meglio addestrate e equipaggiate a fronte dell'improvvisazione che regna tra i ribelli. Stroncata la resistenza in Tropolitania, Gheddafi sta puntando verso la Cirenaica, centro della rivolta. Bengasi è assediata dalle forze pro-regime, che stando alle cronaca, hanno preso il controllo di molti quartieri di Tobruk.
la comunità internazionale si è distinta per la sua inerzia: il Consiglio di sicurezza è bloccato dal veto di Cina e Russia diffidenti verso le ipotesi di no-fly zone; ma già oggi questo provvedimento potrebbe essere inutile. Il conflitto si sta decidendo sul terreno e non via aria e Gheddafi sta strangolando i rivoltosi ponendoli sotto assedio. L'Europa dal canto ne esce con l'ennesimo fallimento politico: solo Sarkozy si è schierato apertamente per il riconoscimento dei rivoltosi, con un'azione estemporanea e inutile. Ovviamente l'Italia sta alla finestra e osserva gli eventi. La vicinanza geografica richiederebbe un maggior spirito d'iniziativa da parte del nostro governo che evidentemente spero in qualche anima buona che gli risolva i problemi con lo scomodo vicino
mercoledì 16 marzo 2011
Se Gheddafi doma la rivolta ringrazi il terremoto in Giappone
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